Era nato nel 1931, lo stesso anno di fondazione di Ente Nazionale Risi. Quasi un presagio o un segno premonitore. Antonio Finassi, di Vercelli, agronomo, ricercatore di fama internazionale, fra i più esperti del mondo risicolo, ci ha lasciati a 94 anni. Natali a Balzola (AL), vercellese d’adozione, era tato il primo ricercatore del Cnr (Centro nazionale ricerche), specializzato in meccanizzazione agricola con riferimento alla coltivazione del riso. Consulente di Università, collaboratore dell’Istituto meccanico di Torino. A lungo collaborò con la Fiat come consulente e specialista e con diversi istituti di risicoltura. A Vercelli, dove risiedeva, aveva fondato l’Ordine dei dottori agronomi e forestali. Autore di un centinaio di pubblicazioni scientifiche, effettuò anche numerose missioni per conto della Fao, della stessa Fiat di altre società. Era socio emerito dell’Accademia di Agricoltura di Torino, il cui presidente Marco Devecchi, unendosi al dolore della famiglia, ricorda la sua intensa attività (anche nel ruolo di segretario). Aveva fatto parte anche dell’Accademia dei Georgofili.
Per la sua professionalità in campo risicolo, a Vercelli era stato insignito del prestigioso riconoscimento “Pannocchia di riso d’oro” quale benemerito della risicoltura italiana.
Come consulente per FAO, FIAT, LOVA ed altre importanti aziende italiane, ha collaborato a progetti riguardanti la meccanizzazione della risicoltura in 22 Paesi di Africa, Asia, Europa ed America.
Di lui ricorderemo sempre la sua altissima competenza che dispensava con stile sobrio, senza mai imporla. Un gentiluomo della risicoltura italiana e mondiale. Il funerale sabato 19 alle 9, in Duomo a Vercelli.
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