Dal Giappone e dal Regno Unito per conoscere e apprezzare il riso da sakè che nasce e cresce in Italia. Siamo a Montarsello, frazione di Nibbiola (NO), dove nella stazione sperimentale Ires (Italian Rice Experiment Station” Massimo Biloni, ricercatore e presidente della Strada del riso piemontese di qualità, ha messo a unto nuove linee produttive: Eusake01 e Eusake02. Le denominazioni traggono origine dalla bevanda made in Giappone, che si sta imponendo anche in Europa. Non solo come alcolico puro, anche come componente di piatti da gourmet: in altre parole risotti al sakè. I buyer nipponici arrivati dal Sol Levante o da Londra hanno preso contatti diretti con Ires, perché il Giappone sta attraversando una grave crisi risicola, con i prezzi più che raddoppiati, dovuti a una forte carenza di materia prima (meno duecentomila tonnellate) causata dai cambiamenti climatici (soprattutto il grande caldo) che hanno devastato i raccolti. La crisi coinvolge innanzitutto i coltivatori di riso da sakè, varietà più difficili da coltivare e meno produttive. Più costoso rispetto al riso da tavola, non è più conveniente e ha costretto molti agricoltori a rivedere le proprie scelte colturali. Il risultato è che una filiera storica rischia l’estinzione, mentre in Europa il sakè è molto richiesto. Anche per questi motivi le varietà coltivate in Italia sono al centro di molta attenzione e stanno riscuotendo interesse.

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