“Occorre rivedere urgentemente le norme introducendo reali elementi di semplificazione degli interventi strutturali e tecniche innovative di trattamento dei reflui zootecnici, per salvaguardare la continuità delle produzioni agricole piemontesi”. Così una nota di Confagricoltura Piemonte in merito al piano dell’aria approvato dalla Regione.
Tra pochi mesi entreranno pienamente in vigore alcuni adempimenti inseriti nel Piano Regionale per la Qualità dell’Aria (PRQA). Pe le aziende agricole -sottolinea Confagri -comporteranno enormi difficoltà applicative, sia di ordine tecnico, sia gestionale per le aziende agricole, oltre ad essere in moltissimi casi insostenibili economicamente.
Si tratta, in particolare, della copertura degli stoccaggi per i reflui zootecnici e della comunicazione preventiva di spandimento. All’inizio del 2025, viste le complicazioni costruttive e i costi elevati delle coperture fisse, era stato avviato da parte della Regione uno studio, affidato all’Università di Torino, per valutare l’impiego di tecniche alternative per il contenimento delle emissioni dai cumuli di letami. “Il progetto, pur avendo già fornito alcune interessanti indicazioni, necessita però di tempi relativamente lunghi (almeno un intero anno) per dare risultati significativi. Una tempistica sicuramente incompatibile con quella dettata dal PRQA, specialmente se si considera la successiva fase di applicazione pratica nelle aziende. Anche la comunicazione di spandimento dei reflui zootecnici, nella sua forma attuale, risulta tanto complessa da gestire sia per l’Ente pubblico, sia per le aziende agricole, che la sua entrata in vigore è stata già più volte posticipata in attesa di modifiche che, però, ad oggi non sono ancora state elaborate. Siamo in una situazione di incertezza insostenibile – afferma Enrico Allasia presidente di Confagricoltura Piemonte – le aziende esitano a mettere mano ad interventi strutturali dai costi elevatissimi, e in molti casi impossibili da sostenere, in attesa di quelle evoluzioni della normativa più volte sollecitate e mai introdotte”. “Ora però il tempo a nostra disposizione si sta esaurendo rapidamente – prosegue Sebastiano Villosio, allevatore della provincia di Torino – anzi, per gli interventi più complessi come le coperture dei cumuli di letame, le tempistiche necessarie per le autorizzazioni e per la costruzione vanno già oltre le scadenze attualmente imposte dal PRQA”.
“Nel quadro globale di riduzione emissiva della nostra regione – conclude Allasia – occorre però bilanciare attentamente l’efficacia degli interventi con la loro sostenibilità economica, per non correre il rischio di danneggiare irreparabilmente uno dei settori produttivi trainanti del Piemonte anche se ciò dovesse andare a vantaggio di altri comparti. Infatti, nello scenario politico ed economico attuale, caratterizzato da forti elementi di instabilità, quali i dazi commerciali e i conflitti internazionali, la salvaguardia delle produzioni agricole e zootecniche locali non è solo più un fattore economico, ma anche strategico per l’intera nazione: occorre quindi mettere in atto tutte le azioni possibili per tutelarle e garantirne la continuità”.
Intanto la Regione ha sospeso temporaneamente l’obbligo da parte degli agricoltori di comunicare preventivamente lo spandimento in campo dei liquami di origine zootecnica. L’assessore al Commercio, Agricoltura e Cibo, Turismo, Sport e Post-Olimpico, Caccia e Pesca, Parchi Paolo Bongioanni: «Si tratta di un provvedimento richiesto e atteso dal mondo agricolo, che aveva più volte segnalato alla Regione come l’obbligo amministrativo di comunicare preventivamente l’attività di spandimento dei liquami – previsto dal Piano Regionale di Qualità dell’Aria – fosse all’atto pratico incompatibile con la programmazione delle esigenze colturali e con le condizioni meteo nelle quali ci si trova ad operare. Un provvedimento di buon senso, assunto in modo collegiale e nel pieno rispetto delle norme europee e nazionali».
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