“Sotto quota 50 impossibile coltivare riso”

“Sotto quota 50 impossibile coltivare riso”

“Sotto quota 50 impossibile reggere per le aziende risicole”. Il grido di dolore si leva nel cuore dell’estate, quando il riso cresce nella calura e promette bene. La cifra non si riferisce alla temperatura, ma al prezzo pagato ai produttori. Sino a qualche settimana fa non c’erano avvisaglie, i mercati rispondevano bene. Poi, improvvisamente, il crollo su tutte le principali piazze (Vercelli, Novara, Pavia). Quotazioni fra i 30 e i 37 euro il quintale, neppure sufficienti a coprire i costi di produzione. Confagricoltura e Cia per le provincie di Novara, Vercelli e Biella, hanno lanciato l’allarme. Il listino di Vercelli segnala prezzi allarmanti per alcune varietà. Qualche esempio: Diva PV 35 euro al quintale; CL 007 37; Sunrose 31. Solo Ribe e Medi riscontrano ancora qualche scambio dovuto alle rimanenze e alle necessità, da parte dei produttori, di liberare i magazzini. Benedetto Coppo, presidente Confagri VC-BI: “Considerato che l’anticipo Pac sarà erogato non prima di ottobre, a causa della complicata applicazione della carta dell’uso dei suoli, molte aziende non potranno attendere e saranno indotte a cedere il proprio prodotto a questi prezzi, che si collocano ben al disotto dei costi di produzione. Invitiamo i nostri soci a limitare l’immissione sul mercato in questo momento pur coscienti che solo alcune aziende avranno la possibilità di usufruire di stoccaggio e diponibilità finanziaria adeguata”. Traduzione: nei magazzini degli agricoltori italiani ci sono ancora, invendute, 205.533 tonnellate di risone (rizo grezzo) proveniente dalla campagna 2024. Fra pochi mesi (settembre) cominceranno ad arrivare i quantitativi del nuovo raccolto, previsto in abbondanza rispetto allo scorso anno, perché la superficie è aumentata di almeno 10 mila ettari. E molte aziende non avranno la possibilità di stoccare altro prodotto. Ecco perché sono sollecitate  svendere le rimanenze. Giovanni Chiò, presidente Confagri Novara-Vco: “Stiamo subendo un momento di speculazione. Per evitarla, considerato che le aziende non dispongono di magazzini sufficienti, si potrebbe valutare la possibilità di uno stoccaggio presso strutture esterne. Inoltre invitiamo i nostri associati a valutare anche altre strade: quasi tutte le banche finanziano l’anticipo Pac per sostenere le aziende nell’affrontare le spese di conduzione. Finanziamenti che, grazie all’abbassamento dei tassi, risultano essere vantaggiosi e si possono completare con pochi passaggi burocratici. Inoltre c’è il cosiddetto credito di conduzione. E’ uno strumento finanziario della Regione Piemonte rivolto al mondo agricolo, che consiste nella concessione di contributi sugli interessi dei prestiti della durata di un anno. Pe i bandi 2025 il contributo negli interessi è pari al 2% dell’importo ammesso a prestito”.

Insomma, l’invito è di percorrere tutte le strade e le possibilità, per evitare di svendere. Manrico Brustia, responsabile settore riso Cia: “Le stesse riserie stanno stoccando quantitativi e la nostra preoccupazione è che a inizio della prossima campagna ci troveremo di fronte a una situazione insostenibile, considerando l’aumento di superficie. Potremmo avere un inizio di campagna commerciale molto rallentata. Le aziende agricole hanno necessità di liberare i magazzini, ma così favoriscano la speculazione. Speriamo che il nostro appello a trovare alternative sia recepito. Lavorare in perdita spingerà gli agricoltori a scelte diverse sulle varietà o spostarsi su altri comparti. Noi spingiamo per la programmazione delle semine e i contratti di coltivazione con prezzi sopra i costi produttivi. Affossare i risicoltori significa mandare in crisi anche tutto l’indotto”.conferenza-risone (1)

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