Pozzo Marrone. L’isola che non c’è nascosta fra i vigneti

di Gianfranco Quaglia

Dall’ampia terrazza di Pozzo Marrone lo sguardo incrocia un abbraccio di colline, quelle del Monferrato. Silenzio appena solcato dalle cicale e da qualche guaito dei cani da caccia del proprietario di questa azienda agricola che non è agriturismo, ma possiede tutti i presupposti (quelli autentici) per coltivare, oltre alle uve già mature, il culto dell’accoglienza e dell’ospitalità. Gli “happy few”, i pochi felici privilegiati che possono vantare l’amicizia del viticoltore, qui ritrovano il senso vero dell’estate che non fugge via. Lui non appartiene ai 21 milioni di italiani condannati ai viaggi d’agosto, ma a tutti gli altri che restano per necessità o convinzione.

Pozzo Marrone è un estremo, anche per raggiungerlo. Quasi da metterne in dubbio l’esistenza, se non fosse che a richiamare alla realtà è lo stesso proprietario, voce squillante da re che invita ad assaggiare i suoi salumi, l’Arneis, la Fresia, il Grignolino o il Moscato. Oppure la fuga di colline che si aprono come un anfiteatro, qua e là punteggiate dai colori di casolari e paesi. Di fronte, oltre i vigneti, la boscaglia fitta che lascia intravedere il tetto di un cascinale diventato agriturismo di lusso: lo ha scelto un londinese, anzi l’ex direttore delle Poste di Londra, che ha lasciato il Tamigi per il Monferrato. Sulla sommità di un altro rilievo sorge l’edificio realizzato da un noto enologo, Donato Lanati: è Enosis, un tempio del vino dove dialogano passione e ricerca. Non sfugge Cuccaro, il paese dove piace dire che nacque Cristoforo Colombo. Di sicuro qui è vera l’attività intrapresa da Niels Liedhlom che dopo i trascorsi calcistici ha realizzato un’azienda vinicola.

Se è vero che il luogo esiste, questi sono gli indizi per raggiungere Pozzo Marrone, ma non sveleremo il percorso. Rimarrà il segreto dell’estate 2018, come vuole chi ama questi luoghi dell’anima nascosti fra i vigneti della collina piemontese, pronti a concedersi solo a chi è in cerca di sorprese ed emozioni. Come canta Edoardo Bennato nell’Isola che non c’è “se ci credi ti basta perché poi la strada la trovi da te”. 

 

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