Fabio Fontaneto, il maratoneta del raviolo (con videointervista)

Fabio Fontaneto, il maratoneta del raviolo (con videointervista)

Maratoneta. Nel lavoro, nella vita e per strada. Fabio Fontaneto, il re dei ravioli e degli agnolotti, ha il senso innato della fatica quale mezzo per raggiungere traguardi lontani. Imprenditore e sportivo a tutto tondo, come le “caramelle” di pasta che accartoccia e sagoma nella mano con amore e circospezione, per non violare l’impasto. Fabio è così, sulle pareti dell’ufficio (dove ci sta poco) gli attestati delle imprese podistiche, come l’ultima maratona di New York, arrivato fra i primi 1500 su 60 mila partecipanti. Entusiasmo e passione lo spingono a correre per staccare, cercare relax nei pochi momenti di libertà, dopo giornate lavorative che a volte durano l’arco di 18 ore. Si sta preparando alla maratona di Berlino (“quella sarà dura”), è pronto a partire per un trekking sul Kilimangiaro con il figlio Alessio.

Il maratoneta dell’agnolotto è travolgente e trasmette voglia di fare e intraprendere ai suoi 75 dipoendenti, addetti nelle varie sezioni di preparazione e confezione. Come ai venditori e ai collaboratori: tutti insieme l’organico sfiora le cento unità. Fabio traccia un bilancio del cammino percorso: “Siamo partiti esattamente trent’anni fa, rilevando un piccolo pastificio di Agrate Brianza, in Lombardia. Io e mio padre Piero, che oggi ha 84 anni ed è ancora in azienda, non pensavamo di andare così in alto. Abbiamo cominciato con un capannone preso in affitto a Cavaglio d’Agogna, sempre nel Novarese, poi ci siamo accorti che ci andava troppo stretto per soddisfare le richieste della clientela. Così ci siamo trasferiti in località Molino Marco di Fontaneto d’Agogna, dove abbiamo realizzato lo stabilimento. Oggi produciamo circa 150 quintali al giorno: 80 articoli diversi per formato, ripieno e confezionamento, prodotto confezionato in atmosfetra protettiva disponibile in oltre 30 articoli diversi; paste fresche all’uovo “stese”, sfuse o confezionate; gnocchi di patate e ripieni da vendersi sfusi o confezionati; paste fresche all’uovo con “ripieno”, sfuse o confezionate. A tutto ciò si aggiungono grissini, sughi, piatti pronti, gastronomia e pasticceria”.
Canali di vendita: grande distribuzione e grossisti. Mercati: il 33 per cento in Italia, il 33 all’estero (soprattutto in Belgio, Germania, Olanda, Gran Bretagna). Il resto come tentata vendita in ristoranti e negozi.
Il segreto di tanto successo? In quei ravioli Fabio Fontaneto ci mette ogni giorno il cuore e l’anima, vive la produzione integrando la formula del “fatto con le mani” alla tecnologia più avanzata che consente di mantenere inalterata (e speso la migliora) la tradizione artigianale. Non era facile coniugare passato e futuro, mani in pasta ed esigenze di un mercato che va oltre la produzione di piccole dimensioni. Lui ci è riuscito: nei laboratori manualità e tecnologia convivono, l’agnolotto e il raviolo nascono secondo i canoni tramandati da padre in figlio. Ed ecco la cucina con cinque chef che lavorano la materia prima, ricavata con prodotti legati al territorio (dagli ortaggi alla carne e al vino). Quella dei Fontaneto è un’attenzione quasi maniacale alla materia prima territoriale, a partire dal gorgonzola alla scelta dei formaggi e dei salumi. L’alloro che dà i gusti arriva da una dipendente, che lo coltiva nel suo giardino e con orgoglio lo porta in stabilimento. E poi c’è il controllo qualità, con tre addetti. Tutta qusta meticolosità fa di Fabio Fontaneto un punto di riferimento, tanto che è diventato presidente dell’Associazione Produttori di Pasta Fresca, con sede a Novara, alla Cna (Confederazione nazionale artigianato).

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